Tecniche e metodi

Le tecniche osteopatiche vengono convenzionalmente divise in 3 grandi famiglie:

  • tecniche osteopatiche strutturali;
  • tecniche osteopatiche craniali;
  • tecniche osteopatiche viscerali;

Le tecniche strutturali
Le tecniche strutturali, definite così proprio perché si occupano “principalmente” della struttura, correggendo le disfunzioni articolari in base a dei precisi assi di movimento (ricordiamo che per l’osteopatia il corpo è considerato tutto un’insieme..). Oltre ad attuare una correzione puramente meccanica, hanno anche una forte influenza neurologica in quanto favoriscono l’emissione di corretti impulsi dalle e alle terminazioni della parte trattata. Fanno parte di questa famiglia:

  • le tecniche ad alta velocità e bassa ampiezza (Thrust);
  • le tecniche ad energia muscolare (T. di Mitchell);
  • le tecniche funzionali;
  • T.G.O. ;
  • Le tecniche fasciali (Il sistema fasciale è l’esempio più evidente della globalità dell’individuo per questo, spesso un dolore in una zona corporea è solo un sintomo la causa può essere da un’altra parte..)

Le tecniche craniali

Il movimento ritmico delle ossa craniche (8-12 cicli al minuto) è una manifestazione palpabile, registrabile, misurabile della fluttuazione dinamica e ritmica del liquido cefalorachidiano, della mobilità intrinseca del SNC e della funzione delle membrane a tensione reciproca. Questo movimento avviene attorno alla Sinfisi Sfeno-Basilare (sutura fra occipite e sfenoide) ed è definito M.R.P. o Meccanismo Respiratorio Primario. Queste tecniche agiscono in particolare sulla vitalità dell’organismo, qualità fondamentale che permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno. Sono molto adatte al trattamento dei neonati.

Le tecniche viscerali

I visceri si muovono in modo specifico sotto l’influenza della pressione diaframmatica. Quando questa dinamica viscerale viene modificata e perturbata porta a disturbi locali o a distanza. Esiste infatti da un punto di vista anatomico e funzionale una relazione tra i visceri, in relazione tra loro grazie a legamenti e pieghe delle membrane di rivestimento, e tra qust’ultimi e la struttura muscolo-scheletrica, la conseguenza è che una cattiva funzione della struttura (colonna vertebrale), può influenzare uno o più visceri e viceversa (mal di schiena viscerale..).

Il trattamento osteopatico mira, con tecniche indirette attraverso l’addome ed il diaframma, a ristabilire una buona mobilità viscerale.