Osteopatia e Plagiocefalia – review articoli

La plagiocefalia occipitale è una deformità cranica che si manifesta solitamente con un appiattimento unilaterale dell’occipite. La letteratura indica due tipi di plagiocefalia:

  • plagiocefalia posteriore sinostosica (POS) (malformazione dovuta alla fusione prematura di una o più  suture craniche) (Mulliken et al. 1999);
  • plagiocefalia occipitale non sinostosica o plagiocefalia posizionale posteriore (PPP) (Huang et al. 1996, Terpenning 2001; Peitsch et al. 2002).

La PPP generalmente comprendente la presenza di uno o più dei seguenti segni:

 

  • Asimmetria della volta cranica, differenza tra le due diagonali minori, calcolata congiungendo eurion di un lato con la fronto zigomatica del lato opposto, di 3 o più millimetri (Mortenson et al. 2006);
  • Asimmetria trans-craniale della volta, differenza tra le due diagonali maggiori che congiunge la fronto zigomatica di un alto con l’occipite del lato opposto, di 4 o più millimetri (Peitsch et al. 2002).
  • Indice di differenza del diametro obliquo del 104% o superiore (van Vlimmeren et al. 2006, van Vlimmeren et al. 2007).

E’ stato dimostrato che la PPP è causata da sollecitazioni meccaniche, come trazione e/o compressione, avvenute prima, durante o dopo il parto, la cui conseguenza è un appiattimento unilaterale dell’occipite (Captier et al. 2002; Ehret et al. 2003; Hutchison et al. 2004).
Da quando è stata avviata dalla American Academy of Pediatrics nel 1992, la “Back to sleep”, una campagna informativa volta a ridurre l’incidenza di sindrome della morte improvvisa infantile (SIDS), questo tipo di deformità cranica è diventata più diffusa aumentando del 19,7% nella popolazione neonale (Hutchison et al. 2004).
Diversi studi osservazionali (Danby 1962; Miller e Clarren 2000) suggeriscono che la plagiocefalia può essere correlata a ritardi e alterazioni delle funzioni fisiologiche del neonato. I risultati disponibili mostrano che i bambini con questa condizione sono più inclini a sviluppare problemi relativi a:

  • compensazioni posturali (Moss 1997; Hylton 1997);
  • disfunzioni muscolo-scheletriche (Biggs       2003);
  • disturbi della percezione visiva e disfunzioni oftalmiche (Gupta       et al. 2003; Siatkowski et al. 2005);
  • articolazione temporo-mandibolare (St. John et al. 2002);
  • sviluppo dell’apprendimento (Panchal et al. 2001; Kordestani e Panchal 2006).

I risultati della ricerca, nonostante la credenza popolare, suggeriscono che senza alcun intervento, la PPP, nella maggior parte dei casi, tende a non risolversi spontaneamente (Boere-Boonekamp e Linden-Kniper 2001; Ripley et al. 1994).

I trattamenti convenzionali del PPP di solito includono:

  •  posizionamento dal lato opposto indicato per casi lievi di plagiocefalia (Graham et al. 2005);
  • la fisioterapia in aggiunta alla correzione del posizionamento, quando la deformità cranica è associata al torcicollo (Ripley et al. 1994);
  •  ortesi cranica (caschetto), in particolare per i casi da moderati a gravi di PPP o quando gli esercizi di posizionamento non sono riusciti a correggere l’asimmetria (Kelly et al. 1999; Teichgraeber et al. 2002).

E’ stato dimostrato che l’intervento precoce aumenta le probabilità di correzione parziale o totale della PPP (Biggs 2003; Ripley et al. 1994; Kelly et al. 1999; Littlefield et al. 1998; Sergueef et al. 2006; Zweedjik F, Bekaert et al. 2003).

In aggiunta alle terapie tradizionali, i genitori hanno cercato diversi metodi alternativi di intervento, come ad esempio l’osteopatia che riconosce l’importanza di trattare il corpo come un’unità funzionale. La terapia manuale osteopatica ha lo scopo di ottimizzare la simmetria nella crescita del bambino. Alcuni elementi fondamentali del trattamento osteopatico per la PPP includono:

  • la normalizzazione della base cranica in particolare degli strain;
  • l’ottimizzazione dell’allineamento vertebrale e della normale mobilità della testa / collo (senza utilizzare la tecnica di Thrust);
  • la normalizzazione delle membrane craniche, delle suture e delle lesioni intraossee.

Il percorso formativo dell’osteopatia include nel suo programma didattico il trattamento del cranio, come parte dell’approccio olistico del corpo.
Le ossa del cranio si formano come piccoli centri di ossificazione immersi in una matrice di tessuto connettivo. Alla nascita, molte di queste ossa sono per la maggior parte ancora cartilaginee e sono presenti sei principali fontanelle che si trovano tra le ossa adiacenti nella volta cranica. Le suture tra le ossa della volta sono abbastanza plastiche e flessibili, per cui possono sovrapporsi durante il processo del parto. L’obiettivo del trattamento osteopatico è quello di rimuovere eventuali restrizioni a questo livello e facilitare i processi omeostatici della corpo (Lalauze-Pol 2003; Carreiro 2003).

Per documentare l’evoluzione delle asimmetrie craniche nei neonati/lattanti con segni di PPP è stato condotto un studio clinico randomizzato (Lessard et al. 2011) per indagare l’efficacia del trattamento osteopatico in aggiunta alle normali raccomandazioni di posizionamento.
Il progetto pilota di standardizzazione clinica ha valutato 12 bambini i quali hanno ricevuto quattro trattamenti osteopatici ad intervalli di 2 settimane.
Le principali misure utilizzate sono state quelle antropometriche e plagiocefalometriche. Sono state incluse, inoltre, anche le valutazioni osteopatiche consistenti nella mobilità, vitalità e posizionamento di diverse strutture anatomiche del bambino (es. base cranica) in maniera olistica. Infine, è stato proposto un questionario ai genitori per la raccolta di informazioni sulla salute generale del bambino, sull’andamento della gravidanza della madre ed i dati perinatali. E’ stato inoltre chiesto di compilare un registro giornaliero dell’attività infantile. Queste valutazioni sono state somministrate pre-intervento (T1), durante il terzo trattamento (T2) e due settimane dopo il quarto trattamento (T3).
I risultati sono indicativi di una diminuzione significativa dell’asimmetria della volta cranica (p= 0.02), dell’asimmetria della base cranica (p=0,01), dell’asimmetria trans-craniale della volta (p <0,003) tra la prima e la terza valutazione.

Conclusioni: Questi risultati clinici supportano l’ipotesi che i trattamenti osteopatici contribuiscono al miglioramento delle asimmetrie craniche nei bambini di età inferiore ai 6,5 mesi di età che presentano le caratteristiche della PPP.

 


Bibliografia

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Luisa Miraglia
D.O.M.R.O.I

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